PUEBLO

Ascanio Celestini è al Teatro Vittoria di Roma il 7 – 8 – 10 novembre con Pueblo, che oltre ad essere il popolo dei “poveri cristi” sono dei nativi americani. Pueblo fa parte della famosa trilogia del nostro autore insieme a Rumba e Laika.

Torna per raccontarci la storia, anzi le storie di coloro che vivono ai margini della società, dimenticati, ignorati, invisibili, insomma!

Persone, ma che la grande umanità del nostro autore e artista trasforma in personaggi: fragili, poveri e nello stesso tempo pieni di dignità, con una grande voglia di riscatto e con una magia nella testa che permette loro di nascondere la sconfitta che la vita, la società gli ha riservato. Essi cercano di superare la propria insulsa quotidianità, la miseria e la limitatezza con una ritualità giornaliera che rasenta la pedanteria, ma li valorizza e li rende quasi eterni.

Ecco così fiorire le storie di Violetta, cassiera del supermercato, della barbona, dell’africano e dello zingaro. Ecco che le storie s’intrecciano, si sostengono e si valorizzano.

Solo, quasi, sul palcoscenico, con una scenografia povera ed essenziale, composta da una tenda, scatole e scatoloni, “insignificanti” oggetti come “insignificanti” sono i personaggi. Celestini narra e racconta le vicende senza enfasi con tono pacato, monotono come se non dovesse mai fermarsi o interrompere il racconto.

Ho detto quasi solo, perché c’è con lui sul palco Casadei, musicista d’eccezione, che con la sua magica fisarmonica e le sue suggestive musiche, composte appositamente per l’opera, avvolge il narrante e il pubblico in un’atmosfera suggestiva e incantata che dilata il tempo. Celestini è accompagnato, inoltre, da una voce di sottofondo che narra la propria storia.

Siccome di Celestini, del suo talento e della sua originalità ci si può fidare vi suggerisco di andare e di imparare …

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