Carissimi ecco per voi un’intervista bella e interessante non per merito mio ma grazie all’interlocutore, profondo, arguto ed empatico.
Buongiorno Cristian, grazie per averci concesso l’intervista e averci dato la possibilità di conoscerti.
Di solito, per questo, le mie interviste partono dagli “inizi”: la fanciullezza, i giochi, gli studi, gli esordi… ci vuoi parlare di te e presentarti ai nostri lettori?
Da bambino sono stato fortunato, ho trascorso anni splendidi in un villaggio fuori la città di Foggia. Avevo tanti amici, poche auto in giro, tanto verde e tanta libertà. Mio padre suonava la chitarra e spesso sedevamo davanti al camino e intonavamo le canzoni del momento. Poi ci siamo trasferiti in città e ho conosciuto altre persone, quelle persone che sono poi diventate gli amici di una vita. Con loro ho iniziato a suonare nei garage e, già dall’età di 14 anni, ad esibirmi con la band nei locali.
Quando hai capito che la musica e la recitazione erano le tue passioni?
La musica ha sempre fatto parte della mia vita, ho vinto il mio primo festival canoro a 5 anni. In casa non sono mai mancati gli strumenti musicali, io mi divertivo a provarli tutti. Ho studiato pianoforte per alcuni anni, poi ho dovuto abbandonare perché la mia famiglia non poteva permettersi un insegnante di musica. Allora ho iniziato da autodidatta con la chitarra. La recitazione è venuta molto dopo, erano gli anni ’90. Mi fu proposto di partecipare ad un musical, avrei interpretato Gesù nell’opera rock “Jesus Christ Superstar”. E’ stata una svolta perché da allora ho capito di poter coniugare il canto, la mia grande passione, con la recitazione.
Cos’è nato prima l’amore per il canto o l’amore per il teatro?
Non si può dire se sia nato prima l’amore per il canto o per la recitazione; certamente il canto l’ho conosciuto prima, ma la recitazione, l’arte di poter essere chiunque e nessuno allo stesso tempo mi ha sempre affascinato. Dalla mia prima esperienza attoriale ho capito che mi sarei innamorato di entrambe le arti allo stesso modo.
Ci puoi parlare del tuo primo debutto, che ricordi hai?
Il debutto come attore-cantante è avvenuto, come dicevo, con il musical. Era il 1994, avevo 19 anni. Ero stato cooptato da una compagnia teatrale che aveva bisogno di qualcuno con le mie caratteristiche. Fu entusiasmante provare a comunicare emozioni ad un pubblico che era lì per vedere lo spettacolo, non per, chessò mangiare una pizza durante una solita serata di pianobar, interagire con altri attori, cantare e muoversi secondo una regia precisa, sentire l’odore delle tavole del palcoscenico, sudare al calore delle luci … L’emozione di salire sul palco non è descrivibile ma è sicuramente uno dei momenti più
esaltanti.
Cristian Levantaci è cantante melodico o cantante lirico o tutte e due, essendo fornito di un pregio che gli permette di modulare la voce?
Sono assolutamente un cantante pop. Sono cresciuto con i cantautori italiani e con la musica rock dei Led Zeppelin e degli AC/DC. Non ho mai studiato canto lirico, ho piuttosto fatto la scuola della strada e dei garage, quando si suonava con strumenti di fortuna.
Chi ti ha sempre sostenuto nel tuo percorso artistico e di vita, a chi ti senti di dire grazie?
Ringrazio i miei genitori. Hanno sempre creduto in me e mi hanno lasciato libero di fare le mie scelte.
Qual è un ricordo piacevole e uno spiacevole della tua esperienza lavorativa?
Nella vita di ognuno i ricordi spiacevoli ci sono sempre. Ma sono più quelli piacevoli, le soddisfazioni, i momenti di gioia. Per cui i momenti spiacevoli si dimenticano in fretta. Dopotutto i momenti di difficoltà servono anche per apprezzare i momenti di gioia. Pensate come sarebbe noiosa una vita fatta solo di gioie, non si avrebbe modo di comprenderle se ogni tanto non fossero intervallate da un momento no.
Quali sono state e sono le difficoltà principali che hai dovuto affrontare e superare per arrivare ai traguardi raggiunti?
Ho dovuto superare parecchi intoppi, anche di carattere fisico. Certamente l’intervento alle corde vocali di qualche anno fa è stato un bel problema. Però con l’aiuto degli amici e dei parenti, con la dedizione e con tanta pazienza sono riuscito ad affrontare la lunga riabilitazione e a tornare a cantare.
Tra i personaggi che hai interpretato quale ti ha suscitato più emozioni e che hai sentito più vicino al tuo cuore e quale, d’altro canto, ti ha creato più difficoltà?
Ogni personaggio che interpreto resta un po’ dentro di me. Da ciascuno assorbo qualche sfumatura che mi fa crescere. Quello che sento più vicino è Domenico Modugno. Un uomo partito con la classica valigia di cartone alla ricerca di un sogno.
Qual è stata la tua più grande soddisfazione, fino ad oggi?
Raccontare una storia, veicolare un messaggio, comunicare emozioni è sempre una grandissima soddisfazione; non importa su quale palco, più o meno prestigioso. Ho girato tanto, ho incontrato moltissime persone. E’ uno scambio reciproco tra attore e pubblico: non c’è chi dà e chi riceve, si è entrambi protagonisti dello stesso spettacolo. E ogni volta che si attua questo scambio, è la soddisfazione più bella.
Purtroppo l’intervista è terminata! La generosità, la spontaneità e la forza utilizzate da Cristian nel rispondere alle domande e ripercorrere una vita e una carriera piena di emozioni hanno generato in me curiosità ed interesse grandissimo, nonché un’ammirazione istintiva per l’artista ma anche per l’uomo, nel voler approfondire e ascoltare altre sue esperienze.
Grazie, grazie Cristian e se tu vorrai a presto…