Conosco Mary Prosperi, “soave” cantante lirica, da vari anni. Eccoci di nuovo a intervistarla perché nei giorni scorsi è avvenuto un “fatto” molto importante, non anticipiamo niente. Sarà Mary stessa che ci racconterà tutto. Cosa è successo, perché ci incontriamo di nuovo, carissima Mary? Ce ne vuoi parlare?
Ci incontriamo per l’affetto che nutriamo l’uno per l’altra e la simbiosi che c’è tra di noi, oltre ad un’intesa spirituale e ad una grande simpatia. L’unica cosa che mi dispiace è che tu non sia mai stato presente ogni volta che ho cantato, ecco la cosa che mi piacerebbe si avverasse in futuro …
Siamo qui perché ci tengo a esprimere la mia gratitudine al sig. Cesare Esposito per avermi permesso di cantare in un’occasione molto sentita da tutti i romani: la suggestiva festa di Santa Maria della Neve sul sagrato della basilica di Santa Maria Maggiore. E’ il terzo anno, dal 2020, che vengo chiamata dal sig. Esposito, organizzatore dell’evento, che con l’autorizzazione della Chiesa, mi invita a cantare in onore della Madonna. E’ una manifestazione molto bella e suggestiva perché c’è la banda dei Carabinieri che si esibisce, interviene il sindaco insieme ad esponenti della politica, del mondo dello spettacolo e della cultura.
Hai cantato l’Ave Maria di Gounod, l’hai scelta tu? E’ vero che è più difficile da cantare rispetto a quella di Schubert?
Per me che sono un’artista professionista ed una cantante lirica presentano entrambe le stesse difficoltà. L’Ave Maria di Schubert è un brano tecnico, per un cantante lirico ci vuole sempre un certo controllo del fiato, di solito si canta ai matrimoni, chissà perché la vogliono sempre …! Nell’Ave Maria di Gounoud-Bach bisogna saper moderare la voce dai toni alti ai bassi, forse è più difficile di quella di Schubert soprattutto per chi non ha esperienza.
Come sei arrivata ad essere scelta?
Credo con un passaparola, nel senso che nell’ambiente lirico sono conosciuta, il signor Cesare ha saputo di me, del mio nome e quindi mi ha scelta, siccome è rimasto contento, ha continuato a chiamarmi.
Cesare Esposito è un frate?
No, è sposato ma è religioso
La volta precedente ti ho chiesto quale fosse la tua più grande soddisfazione e rispondesti ”aver cantato l’Aida al Teatro dell’Opera di Roma”. Oggi cosa rispondi alla stessa domanda?
E’ ovvio che ogni cantante lirico vorrebbe cantare alla Scala di Milano perché è il massimo. Però dopo la pandemia ci sono stati dei cambiamenti anche nel teatro lirico, comunque devo dire che oggi avendo visto il concerto del primo dell’anno tenutosi al Teatro La Fenice di Venezia mi piacerebbe cantare lì, perché è bellissimo, un teatro meraviglioso non so quanti posti contenga ma è veramente molto bello …
Cosa ci dici di Papa Francesco?
Apprezzo molto il suo messaggio di pace rivolto a tutti, penso che abbia bisogno di tante preghiere per la sua salute e per tutto ciò che sta accadendo nel mondo, comunque siamo fortunati ad avere un Papa che promuove la pace, promuove lo stop alla guerra, promuove cambiamenti nel mondo, quindi siamo fortunati.
Cosa ti è rimasto nel cuore della magica serata e della splendida prova data?
Parli dell’ultima performance? L’ultima performance che ho fatto è stata sempre organizzata dal signor Cesare Esposito, il quale mi ha chiamata a cantare in una chiesa dove abbiamo omaggiato il compleanno del Papa, il 17 dicembre. Ho ricantato l’Ave Maria e per mia fortuna è arrivata anche la Rai, esattamente Rai News realizzando un mini-video che ho postato su Youtube. Questa chiesa è al centro di Roma, praticamente in una traversa di Corso Vittorio Emanuele … non ricordo il nome della chiesa da Torre Argentina, è la seconda traversa sulla sinistra.
La chiesa di Santa Barbara?
Santa Lucia; come ho fatto a dimenticarmi, perdonami Santa Lucia! ho dimenticato di dire che credo molto ai Santi e credo che anche loro se invocati ci aiutino.
Quali sono i tuoi prossimi progetti?
Non anticipo niente per scaramanzia, ti prometto che ti terrò informato. Per quanto riguarda il canto mi sto preparando per delle audizioni importanti.
Oltre al Canto svolgi un’altra attività?
Sì, svolgo l’insegnamento dell’inglese che mi prende molto, molto tempo, alcuni allievi richiedono la preparazione Cambridge, grazie al cielo ho diversi allievi di diversi livelli e poi devo dire che anche quelli che sono Elementary, cioè agli inizi, che non hanno un buon inglese, sono forse ancora più impegnativi.
Hai un sogno nel cassetto?
Sì, ho sempre sognato di creare un concorso per giovani cantanti lirici dove mettere in scena insieme con loro delle opere, vorrei avere la disponibilità di un teatro e la possibilità di vederli esibirsi in un’opera ed io in un’altra.
Sono riuscita ad emergere grazie al concorso Mattia Battistini che ora si tiene a cento anni dalla morte di Franca Valeri, proprio in quell’occasione era organizzato da Franca Valeri e Maurizio Rinaldi perciò non potrò mai dimenticare l’occasione avuta. Solo dopo, capisci l’importanza e la bellezza di ciò che ti è capitato: alcune persone si rendono conto del tuo talento e ti danno credito, (Mary emozionata, si commuove), ti danno l’opportunità che ti cambierà la vita. Io vorrei dare ai giovani quello che è stato dato a me, dare l’opportunità a dei talenti di poter debuttare: un conto è fare un concerto, un conto è esibirsi in un’opera di Puccini, di Mascagni, ecc … perché lì è la vera maestria del “recitar cantando” come insegnavano i grandi maestri degli anni ’20. Purtroppo oggi vedo che il Teatro lirico non è più quello di una volta, perché prevale il regista con delle assurde regie che non sono ciò che il compositore voleva e in più mette in difficoltà il cantante lirico. Per me non ci sono direttori d’orchestra nel mondo all’altezza del grande Muti.
Ci sono dei momenti dove l’orchestra suona, seguendo l’indicazione dello spartito “forte, molto forte”, ma sta lì la bravura del direttore d’orchestra che non è che sta dirigendo una sinfonia, sta dirigendo dei cantanti lirici ed è ovvio che con il grande studio il cantante lirico riesce a emettere la voce oltre l’orchestra però fino a un certo punto perché se l’orchestra suona fortissimo, il cantante ci rimette, non lo senti più.
Il mio sogno è di poter creare o ricreare insieme ad altri colleghi e colleghe che la pensano come me, un teatro lirico dove non vengano stravolte le direttive del compositore, senza ucciderlo ed utilizzo proprio questa parola, uccidere. I giovani cantanti lirici oggi veramente mi fanno pena, perchè i registi, i direttori di oggi non li valorizzano ed è un peccato perché se uno ha il talento va valorizzato e le giuste persone debbono indirizzarlo, farlo sbocciare come un fiore, come una pianta che poi crescerà.
Grazie Mary, l’intervista finisce qui, ti ringrazio per gli apprezzamenti che hai avuto nei miei riguardi e anche per averci aperto il tuo cuore, dando prova di grande sensibilità e amore per la Lirica, ti auguriamo che i tuoi progetti si realizzino e che i tuoi sogni si avverino, ad maiora.