SALA UMBERTO
3 – 15 gennaio 2023
Chi vedendo lo spettacolo … La Cantata dei Pastori con Beppe Barra, così divertente, così esilarante, potrebbe dire che è stato pubblicata da Andrea Perrucci, gesuita, drammaturgo e librettista, nel 1698 a scopi moraleggianti. Certamente l’opera iniziale è stata rivista, rimaneggiata, rielaborata. Ricordiamo, non per ultimo, Roberto De Simone, che l’aveva riscritta e musicata agli inizi degli anni settanta del secolo scorso con il meraviglioso coinvolgimento della “Compagnia di canto popolare”. La cantata dei pastori è’ stata (ed è) una delle manifestazioni napoletane più sentite collegate al Natale. Oggi, sebbene rivista e arricchita non ha perduto né magia né poesia, la tradizione primordiale è rimasta: ricordare, festeggiare il Natale in maniera “originale” ma con tutti i concetti doverosi del Natale canonico. Ed ecco la Sacra Famiglia, i cosiddetti pastori, i demoni che cercano di impedire l’attuarsi del bene cioè la nascita di Gesù o del “bambiniello”, affiancati e vinti dall’angelo Gabriele. Ma ecco anche fra gli altri e non per ultimi due personaggi di fantasia, Sarchiapone (da cui nascerà il personaggio di Felice Sciosciammocca) e Razzullo che creano la scena e lo spettacolo ripetendo antichi riti e concetti pieni di napoletanità.
La trama è presto detta: i nostri eroi o sarebbe meglio dire antieroi napoletani sono giunti in Palestina, mentre Maria e Giuseppe vagano in cerca di un riparo per far nascere Gesù … uno per il censimento, Razzulo, uno scrivano in abiti settecenteschi e l’altro, Sarchiapone un lestofante in fuga per crimini commessi. Sulle vicissitudini, sui dialoghi e sulle caratteristiche dei due protagonisti si fonda e lievita la rappresentazione. Razzullo fanfarone ciarlatano, Sarchiapone un barbiere gobbo, impertinente, accomunati, oltre che dalla napoletanità, da una fame incredibile e sempre presente, protagonisti di vicende piene di sorprese continue, colpi di scena imprevisti, risate irrefrenabili e lacrime di commozione e naturalmente tanti turpiloqui. Tutto consente di offrire una godibilissima rappresentazione di un’ora e quaranta, di mantenere sempre viva l’attenzione e di non creare nessun attimo di noia tra gli spettatori che hanno dimostrato di apprezzare il grande carisma e l’arte di Peppe Barra nonché quella degli altri attori e di tutta la compagnia teatrale. tra cui sottolineamo la presenza dei musicisti che duettano con i nostri antieroi, essendo più volte tirati in gioco, Beppe Barra con la sua enorme bravura e spontaneità ha interagito anche con il pubblico.
I panni di Sarchiapone sono indossati da Lalla Esposito, ruolo tante volte sostenuto in maniera mirabile e insostituibile da Concetta Barra, madre di Peppe. Ruolo, aggiungo, non facile da interpretare vista l’assoluta perdita di femminilità e l’aggiunta di una bruttezza mostruosa che il personaggio richiede. Peppe Barra indossa i panni dell’amata maschera di Razzullo, pulcinellesco scrivano napoletano ormai un unicum con l’attore stesso.
Ogni gesto, ogni parola come anche i toni della voce, cosi personali e irripetibili rendono Peppe Barra un gigante che pur dominando lo spettacolo riesce ad esaltare la presenza scenica di ogni personaggio.
Ricordiamo ancora che fanno parte della compagnia anche Luca De Lorenzo, Serena De Siena, Massimo Masiello, Antonio Romano, Rosalba Santoro.
I musicisti sono: Pasquale Benincasa (percussioni), Giuseppe Di Colandrea (clarinetto), Agostino Oliviero (violino e mandolino), Antonio Ottaviano (pianoforte), mentre le musiche sono di Giorgio Mellone. Le scene sono di Carlo De Marino, i costumi di Annalisa Giacci, le luci Luigi Della Monica e l’aiuto regia è Francesco Esposito, la regia di Lamberto Lambertini.
Consiglio vivamente di andare a vedere lo spettacolo per trascorrere momenti sereni ed uscire con la gioia nel cuore.
SALA UMBERTO
3 – 15 gennaio 2023